

Serbia, nuovi scontri e violenze a Belgrado
Assaltata una sezione del partito Sns del presidente Vucic
Nuove violenze in tarda serata a Belgrado a margine di una manifestazione antigovernativa indetta dal movimento degli studenti in agitazione. Dopo un raduno apparentemente pacifico, alcuni gruppi di dimostranti hanno effettuato blocchi stradali in alcuni punti del centro della capitale, dirigendosi poi verso una sezione del Partito del progresso serbo (Sns, conservatore), la forza di maggioranza che fa capo al presidente Aleksandar Vucic, che hanno bersagliato con un fitto lancio di sassi, bottigle, petardi e altri oggetti. I vetri delle finestre sono andati in frantumi, sono stati rovesciati e dati alle fiamme alcuni cassonetti della spazzatura, con i manifestanti che si sono scontrati con reparti della polizia in assetto antisommossa accorsi a difesa della sede dell'Sns. Negli scontri gli agenti hanno risposto al lancio di pietre e fumogeni con granate assordanti e gas lacrimogeni, riuscendo a respingere i manifestanti. Assalti a edifici pubblici e incendi di sedi dell'Sns e altri partiti politici si erano già registrati nei giorni scorsi a Belgrado, Novi Sad, Valjevo. Raduni e proteste antigovernative si sono svolte in serata in altre città della Serbia - Pozega, Bor, Zrenjanin, Kostolac, Kragujevac, Smederevo, Sremska Mitrovica, Sombor, Obrenovac, Srbobran. Il presidente Vucic, parlando in serata, ha ribadito la ferma condanna delle violenze, accusando i 'blokaderi' (come in Serbia vengono indicati gli studenti autori di proteste e blocchi stradali) di "non avere alcun piano, nessuna idea, nessun programma. Non sanno fare altro che distruggere e incendiare", ha detto Vucic che ha convocato per domattina una seduta del Consiglio per la scurezza nazionale. In un intervento domenica scorsa il presidente aveva annunciato per i prossimi giorni misure drastiche in risposta all'ondata di scontri e violenze, escludendo tuttavia l'imposizione dello stato di emergenza.
P.Heller--NRZ