Iss, meno italiani si spostano a piedi o in bici 'sono il 41%'
Calo del 2% rispetto al 2017. Più attivi al Nord, Bolzano al top
La quota di italiani che si muove a piedi o in bici per le attività quotidiane è in calo. Nel 2023 ha usato strategie di mobilità attiva per gli spostamenti il 41,4% dei cittadini adulti, con un calo di 2 punti percentuali rispetto al 2017 (43,3%). È quanto emerge dai dati del sistema di sorveglianza Passi coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità, pubblicati in concomitanza con la European Mobility Week, che si celebra dal 16 al 22 settembre. L'indagine mostra che la bicicletta è utilizzata per gli spostamenti quotidiani dal 10% degli adulti (18-69 anni) mentre va a piedi il 39% del campione. Entrambe le modalità di spostamento attivo sono più frequenti al Nord. In particolare, la bici è usata dal 15% dei cittadini nel Nord contro il 7% di quelli residenti nel Meridione. Il dato più elevato si registra nella Provincia Autonoma di Bolzano, dove 1 persona su 4 utilizza abitualmente la bicicletta per gli spostamenti quotidiani. Anche l'abitudine di spostarsi a piedi è più frequente al Nord che nel resto del Paese ed è nuovamente la Provincia Autonoma di Bolzano, seguita dal Piemonte, a registrare il valore più alto: quasi 6 persone su 10 si spostano a piedi per raggiungere il posto di lavoro o i luoghi che frequentano quotidianamente. "Oltre che vantaggiosa per l'ambiente, la mobilità attiva offre la possibilità di raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e avere benefici sulla salute", spiega Valentina Minardi, ricercatrice del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute. I dati del sistema Passi lo confermano: per il 19% degli intervistati la sola pratica della mobilità attiva è sufficiente a raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati dall'Oms di almeno 150 minuti a settimana di attività moderata. "Per questo la pratica andrebbe incentivata il più possibile a tutti i livelli, dalla sensibilizzazione della popolazione alle politiche pubbliche", conclude Minardi.
W.Schubert--NRZ